I brand che hanno “preso di petto” il tema della sensibilizzazione e della prevenzione per il cancro al seno, sdoganando il nudo e raccogliendo milioni a favore della ricerca.
Il tumore al seno rappresenta una delle tematiche più sensibili quando si tratta di prevenzione e consapevolezza. Quasi sempre l’attenzione ricade sulla necessità di controlli regolari e sulle pratiche preventive.
Ad oggi, il tumore al seno è il più diagnosticato tra tutte le forme tumorali che esistano, 2,5 milioni di casi solo nel 2022, e, le campagne di sensibilizzazione, anche le più locali o canoniche, hanno contribuito con milioni di dollari ed euro all’investimento nella ricerca e soprattutto nella sensibilizzazione delle fasce più giovani, under 30, che spinte da una comunicazione efficace e leggera hanno deciso di “darsi un occhio”.
Ci sono iniziative locali come quella Regione Lombardia e lo spot con Ambra Angioini che monta su un taxi guidato da una tassista con la quale scambia qualche battuta sull’andare a farsi controllare gratuitamente in ospedale durante il mese rosa, o ancora la squadra di volley femminile, le Farfalle di Busto Arsizio che hanno coinvolto la LILT con la loro unità mobile di eco e mammografia per screening gratuiti, partendo dalle stesse giovanissime giocatrici.
Sulla tematica, arrivano anche le campagne di risonanza nazionale o internazionale che quest’anno, e potremmo dire finalmente, mettono in bella vista i seni, stilizzati o reali, di donne comuni sane o guarite. I canali social, in primo piano, ad oggi rappresentano gli strumenti più efficaci per raggiungere quel target di pubblico delle giovanissime.
Un Ever Green (o Pink): la prima campagna di Estée Lauder che da vita al nastro rosa
Chi di noi non conosce o non ha mai visto il celebre Nastro Rosa, la spilla simbolo del mese della prevenzione del tumore al seno?
Potremmo dire che è tra le più longeve ed efficaci campagne a livello mondiale in merito a questo tema. Si è evoluto negli anni, ha attratto sempre più pubblico, brand, iniziative, ma è sempre lui: il Nastro Rosa.
Tutto nasce nel 1992 da Evelyn H. Lauder, la campagna Breast Cancer, in assoluto quella di più successo e più longeva di The Estée Lauder Companies.
Con i suoi 108 milioni raccolti negli anni, Estée Lauder, finanzia: progetti di ricerca sull’eliminazione e la cura del cancro al seno; iniziative di sensibilizzazione sul tema; l’acquisto di macchinari per gli screening. L’obiettivo è sempre quello di rendere accessibili le visite anche alle fasce deboli della popolazione, ma anche creare centri di supporto e di ascolto per le famiglie dei malati (usiamo il plurale maschile perché nel 2011 alla spilla viene aggiunta una pietra azzurra per ricordare anche l’incidenza dell’1% di casi nel tumore al seno negli uomini).
L’impegno concreto a supporto della campagna, oltre a testimonial e dose di rosa, viene anche tramite le donazioni dei diversi iconici brand legati a Estée Lauder con una sezione chiamata Pink Ribbon Products dove troviamo, per esempio, Jo Malone e Tom Ford che oltre a fare un pack limited edition hanno deciso di donare anche 100 mla dollari alla causa, o chi come Too Faced ha donato una cifra, ma non ha pianificato pack speciali. Un solo Hashtag #TimeToEndBreastCancer.
In Italia, quest’anno, il nastro rosa è stato indossato, tra le altre, da Mara Venier, ambasciatrice del progetto al fianco di AIRC, fondata da Umberto Veronesi alla luce dagli anni ’60.
Le iniziative si sono concentrate oltre su campagne di sensibilizzazione stampa o digital, nell’illuminare di rosa i monumenti più conosciuti e celebri sul territorio, grazie ad un accordo con Anci.
Illuminare, quindi portare alla luce, il cancro al seno, vuole essere un messaggio di supporto alle vittime e alle famiglie, ma significa anche continuare a parlarne o organizzare iniziative di rilievo che possano servire a limitarlo o a sconfiggerlo.
Disegnare il seno non è più un tabù
Si parla tanto di tumore al seno, ma il seno non è mai il protagonista principale. Fino a quest’anno. Infatti, sembra che le cose stiano cambiando, e a testimoniarlo sono tre campagne in cui il seno, quello vero, è al centro dell’attenzione.
“Datti un occhio” è la campagna realizzata nell’ambito del progetto Donne in Meta che ha visto la collaborazione di Gilead, Freeda Media e Triumph con una strategia multicanale: dai camerini fisici negli store Triumph a un piano digital a cura di Freeda.
Per la campagna è stato creato un pattern di seni stilizzati, tutti diversi tra loro per ricordare la bellezza dell’essere uniche e non standard. Il claim “Datti un occhio” suggerisce di essere consapevole e fiera di chi sei, ma sottolinea anche che la prevenzione inizia osservando attentamente ogni minimo dettaglio del proprio corpo.
Ecco quindi che nei camerini dei punti vendita alcuni stickers della campagna con un QR Code riportavano ad approfondimenti e insegnamenti preventivi. Con lo scopo di rendere il flusso di acquisto di un capo intimo, come il reggiseno, piacevole e responsabile allo stesso tempo.
I social diventano lo strumento perfetto per il rimbalzo della campagna e per il coinvolgimento delle fasce più giovani della popolazione, quasi a dire: “imparare a darsi un occhio e a fare prevenzione non è mai troppo presto”.
Secondo posto per la campagna “Love your Boobs” di Vitasnella e BCube che hanno attivato un’iniziativa di guerriglia marketing. Foto di seni veri sono comparsi nel feed Instagram di Vitasnella.
Già prima di ottobre, mese dedicato alla prevenzione, il canale Instagram di Vitasnella si era riempito di seni più o meno coperti. Qualcuno aveva subito pensato ad un hackeraggio del profilo. Con l’inizio del mese, le foto si sono arricchite con il celebre nastro rosa diventando una delle migliori campagne virali sul tema sensibilizzazione tumore al seno, grazie anche allo slogan “Ama il tuo seno” o “Love Your Boobs”.
Gli scaffali dei supermercati, durante il mese di ottobre, si sono riempiti di bottiglie di acqua Vitasnella in limited edition e dal colore rosa. Sia la plastica che l’etichetta riportavano il pink ribbon di Estée Lauder.
La terza campagna, che ha suscitato la nostra attenzione, è olandese ed è realizzata da TBWA\Neboko per la Breast Care Foundation e l’Ospedale Alexander Monro. L’iniziativa vede dei seni 3D e animati che compongono le lettere dell’alfabeto dalla A alla Z, The Breast Cancer Alphabet.
Ogni lettera è l’inizio di una parola che definisce un sintomo di un possibile cancro al seno e in ogni immagine troviamo la seno-lettera animata, il nome del sintomo e la sua spiegazione o individuazione. Con uno scopo non solo dimostrativo, ma anche, più che mai, formativo.
Le tavole sono state utilizzate anche da più di 600 istituti di prevenzione in Olanda per fare formazione alle pazienti.
Il messaggio di prevenzione di questa campagna ha come target gli under 50, ad oggi tra il 20 e il 25% delle diagnosi precoci. La sua risonanza si è espansa anche a cartelloni pubblicitari e manifesti esposti in punti di interesse come ospedali, ma anche scuole e università.
L’impegno storico e internazionale per sostenere la ricerca, il mondo in rosa
Che sia per realizzare qualcosa di veramente utile o per cavalcare un trend, per questa volta, potremmo dire “l’importante è che se ne parli”.
Ecco allora citati altri esempi di campagne e impegno, più o meno storico, per il mese del fiocco rosa.
Chiquita, il brand dal bollino blu, per il mese di ottobre ha trasformato il celebre simbolo in rosa, arricchendo il suo sito internet di consigli di ricette salutari e preventive. In 5 anni sono circa 200 milioni le banane diventate protagoniste di questa campagna.
Miss Chiquita e il brand, da sempre al fianco dell’emancipazione femminile, con l’iniziativa “Dietro il Bollino Blu” conferma il suo impegno per la salute delle donne e per la loro libertà.
Ralph Lauren, storico brand di abbigliamento, dal 2000 ogni anno, ad ottobre, lancia una serie limited edition dal nome Pink Pony per raccogliere fondi da destinare alla ricerca contro il tumore al seno e a iniziative che garantiscano l’accesso alle cure per tutte le fasce della popolazione.
Il celebre cavallo si tinge di rosa e il 25% del ricavato degli incassi di vendita di questi capi viene devoluto alla missione di Pink Pony nella lotta contro il cancro al seno.
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Coccinelle, invece, al fianco di AIRC ha pensato di trasformare il celebre pink ribbon in un accessorio limited edition acquistabile solo ad ottobre e integrato in una speciale versione della borsa Arlettis. Una percentuale di tutto il ricavato è devoluto a favore di AIRC per finanziare la ricerca.
Frecciarossa insieme alla Fondazione IncontraDonna, ha organizzato delle vere e proprie cliniche di checkup mobili a bordo dei treni ad alta velocità del gruppo.
L’idea nasce prima del Covid e non si è fermata con la pandemia, evolvendosi in un servizio fatto di consigli, supporto, e connessione virtuale per garantire un sostegno continuo e accessibile a chi ne ha bisogno.