I valori ambientali e sociali, la tecnologia e il divertimento, sono punti chiave per creare efficaci strategie di marketing per la Gen Z
La Generazione Z, quella dei nati tra la metà degli anni ’90 e il 2010, offre degli spunti chiave per il consumo del futuro.
Oggi più che mai è la generazione al centro dell’attenzione. I marketer sanno bene che i ragazzi Z sono diversi da quelli della precedente generazione Millennial. Focalizzano la loro attenzione sulla trasparenza e l’impegno sostenibile e sociale dei brand, prediligono la comunicazione tramite le tecnologie digitali, veloce e d’impatto, come i reel e le storie Instagram, i video su TikTok e il gaming digitale.
Le strategie di marketing vincenti per la Generazione Z
Proprio per la peculiarità di comprendere i “nativi digitali”, la Gen Z necessita di un approccio diversificato e personalizzato. Riassumiamo le principali strategie, secondo il pensiero dello specialista Larry Milstein (co-fondatore della società di consulenza statunitense Gen Z), in 5 punti:
1. Chiarezza sui valori aziendali
La Generazione Z è particolarmente attenta ai valori: non acquista un prodotto in quanto tale, ma lo sceglie in base a una serie di elementi che esso rappresenta.
I valori riconosciuti come fondamentali, su cui un’azienda deve puntare per le proprie strategie di marketing, sono:
- diritti LGBTQ+, il 60% degli intervistati si dichiara favorevole all’adozione per le coppie omosessuali;
- diversità, il 60% degli intervistati, ritiene che la diversità etnica abbia un impatto positivo per la società;
- responsabilità sociale, il 70% cerca di acquistare da aziende che considera etiche.
Secondo Larry Milstein, la Generazione Z crede, molto di più rispetto ai Millennial, che un’azienda possa giocare un ruolo importante nel miglioramento della società.
Apple dalla parte dei diritti LGBTQ+
Da sempre vicina ai diritti LGBTQ+, Apple è l’esempio di un brand che manifesta apertamente il proprio sostegno, partecipando annualmente alle celebrazioni del Pride. Nel 2019, l’amministratore delegato, Tim Cook, ha ricevuto il premio dal Gay, lesbian & straight education, in occasione dei Respect Awards.
2. Niente passi falsi sui valori
La Gen Z chiede che le aziende siano trasparenti nella comunicazione dei propri valori e non ammettono passi falsi. I nativi digitali effettuano ricerche online, leggono commenti e recensioni, e non sono pronti a perdonare errate comunicazioni da parte dei brand, volontarie o meno.
“Abbiamo visto brand inciampare solo perché non hanno rispettato gli standard che avevano comunicato”, sottolinea Milstein.
I valori devono essere integrati nel tessuto dell’azienda stessa, essere parte del prodotto e non solo una trovata promozionale, che non venga poi portata avanti nel lungo periodo.
Il passo falso di Zara
I social media sono insorti nel caso dell’ultima campagna del brand di moda spagnolo, reo di aver ricordato la tragica situazione di Gaza. La modella, infatti, trasporta dei manichini che evocano i corpi delle vittime del conflitto, un elemento che ha toccato la sensibilità del pubblico.
Nel marketing i passi falsi si pagano. Prontamente l’azienda è intervenuta a precisare che non era nell’intenzione della campagna far riferimento ad una situazione di tale drammaticità.
3. Stabilire la personalità del brand
In confronto alla generazione che li ha preceduti, i giovani Gen Z sono meno orientati alla perfezione. La loro ricerca è focalizzata su brand che esprimono personalità.
L’esempio della collaborazione Crocs+KFC
Per la collezione Primavera 2020, il noto brand di calzature Crocs, ha lanciato una collaborazione con KFC. Le calzature omaggiavano i piatti della catena, mostrando una forte personalità. Anche se da molti definite poco eleganti, “questa collaborazione porterà il pubblico ad interpretare la nostra iconica scarpa in maniera nuova e divertente”, ha specificato Terence Reilly, responsabile marketing Crocs.
4. Divertire, divertire, divertire
La Generazione Z vuole divertimento nella comunicazione del brand. Prediligono contenuti brevi e veloci, (come i reel, le storie e i tutorial), l’attenzione, infatti, scema già dopo 8 secondi, ma può essere catturata facilmente sfruttando l’ironia.
Pringles ironizza sul calcio
In occasione degli ultimi Europei di calcio, Pringles ha puntato sull’ironia, lanciando una campagna basata sul lato comico e divertente del calcio, per sdrammatizzare la tensione dei campi di calcio, in vista dei match più importanti.
5. Creare una comunità digitale
La Generazione Z appare come la quella più “sola”. Uno studio condotto negli USA dalla società di servizi nazionali CIGNA, dimostra che il 50% dei partecipanti si sente solo, il 43% si sente isolato e ritiene non significative le relazioni che lo circondano.
Sono dati allarmanti, per i quali le imprese possono avere un ruolo determinante, magari stimolando la creazione di contatti fra i giovani.
Possono contribuire concretamente attraverso la creazione di community virtuali, tenendo conto che la generazione più giovane è particolarmente abituata ai contatti tramite le tecnologie digitali. Le videochiamate e i messaggi sono riconosciuti come i principali mezzi di comunicazione, il 51% sostiene di trovarsi a proprio agio con gli incontri virtuali.
Tramite LEGO Ideas, il brand dei mattoncini colorati ha creato una community, nella quale i sostenitori del gioco sono chiamati ad iscriversi per contribuire. Attraverso la community online, è infatti possibile partecipare a contest e concorsi, con denaro in palio, che permettono di offrire il proprio contributo alla creazione di nuovi prodotti.
Quali sono gli altri aspetti da non dimenticare?
Oltre ai consigli dello specialista Milstein, sono diversi gli elementi su cui puntare quando ci si occupa di marketing per la Generazione Z:
- Puntare tutto sul video, i video sono lo strumento preferito dalla Gen Z. Secondo un sondaggio Think with Google e Ipsos, l’80% degli adolescenti ammette di utilizzare YouTube per ampliare la propria conoscenza, il 68% sottolinea di essere aiutato dai social per prepararsi su diversi temi. Un dato che non può essere ignorato dai marketer;
- Creare Storytelling, la pubblicità non deve sembrare una pubblicità, piuttosto una storia. Deve avere una narrazione da raccontare che incuriosisca;
- Feedback, mantenere un dialogo costante con il giovane consumatore. Il brand deve sempre rispondere, anche se i commenti dei consumatori sono negativi, questo influisce positivamente sul rapporto con il cliente;
- Personalizzazione, della comunicazione e delle esperienze di marketing. Tramite gli algoritmi e l’Intelligenza Artificiale, ad esempio, è semplice inviare messaggi individualizzati e realizzare un’esperienza differenziata per far sentire il consumatore speciale, esattamente ciò che il giovane di questa generazione si aspetta;
- Promuovi gli acquisti tramite le tecnologie, la tecnologia per la Gen Z non è solo tecnologia, è un vero e proprio stile di vita. Inseparabili dal proprio smartphone, dai tablet e dai pc, non immaginano uno stile di vita alternativo. Apprezzano, dunque, le aziende che si mostrano particolarmente innovative dal punto di vista tecnologico, che facilitano gli acquisti tramite gli strumenti digitali. La tecnologia è già di per sé un valore.